Viuzze e cortili



Vaneddri e curtiglia

 

Le grida dei bimbi il vento si prende,

e poi a viuzze e a cortili le rende;

attraversano finestre e ogni portone,

arrivano nelle menti delle persone.

 

Le grida dei bimbi portano allegria;

la mente si distrae, svanisce malinconia,

Dove ci sono ragazzi che stanno a giocare,

là c'è la vita che si sente pullulare.

 

Un, due, tre... si gioca a nascondino.

Quattro, cinque, sei..."ti ho visto là vicino."

Sette, otto, nove... si inseguono i ragazzetti.

Dieci, cento, mille... si corre tra i vicoletti.

 

Trenta, quaranta... quanto tempo è passato!

Cinquanta, sessanta... qui sono ritornato.

Le grida dei ragazzi giocare ancora sento;

le grida dei ragazzi portate dal vento.

 

«Jojò, Pepè, Totò...» chiamare si sente;

tempi lontani ritornano alla mente;

tempi di quando io ero un bambino;

tempi di Pauliddru col suo tamburino.

 

Pauliddru era il banditore incaricato,

per vicoli e cortili dava il comunicato;

'Ndondò, con un barattolo, lo imitava,

e col suo tamburino, vicino gli stava.

 

Tempi di quando c'era Peppe Bordone,

col suo aquilone e il gomitolo di cotone;

di Stefano Coppolaro e i suoi cagnoletti;.

di Cecè, che correva nudo tra i vicoletti.

 

Ad uno ad uno, tutti ricordare voglio:

Pupù, Amaddì, Nenè, Biglioglio...

persone sempre vive nella mia mente,

vive fino a quando se le ricorda la gente.

(Pino Bullara)