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Portella della ginestra

 

Il sole era alto quando fummo a Portella,

 sulle bandiere rosse: falce, martello e stella.

Con Maggio era tornata la festa del lavoro,

canzon di libertà, noi cantavamo in coro.

 

Da Piana a San Giuseppe e da San Cipirello,

sfilava in libertà il nostro carosello,

Sfilava in libertà, dopo il ventennio oscuro,

sfilava in libertà, un popolo maturo.

 

Furono lampi e botti ad accogliere la gente,

non fuochi d’artificio, ma fuochi veramente.

Dal monte Pelavet sparavan le lupare,

e le camicie nere di fronte a bombardare.

 

Rossa del nostro sangue si tinse la vallata,

nel panico la gente fuggiva terrorizzata.

I fiori delle ginestre si tinsero di rosso.

Mafiosi e fascisti ci sparavano addosso.

 

Qui, sassi abbiamo inciso a ricordar l’evento.

Ora tra gialli fiori e rosse bandiere al vento,

è ritornato Maggio a Portella della Ginestra,

per ricordar l'eccidio di tanta gente onesta.

(Pino Bullara)

 


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